Cos’è il cartone ondulato e a cosa serve: ecco quando usarlo
Nel mondo del packaging il cartone ondulato è l’elemento primario, più sicuro e, certamente, performante. Ti sarai domandato come fanno dei semplici cartoni a contenere e mantenere il trasporto di oggetti pesanti e quant’altro. Beh, ti stupirà sapere quanto sia resistente il cartone ondulato e a quante prove viene sottoposto prima di essere messo in circolo.
Prima di procedere con le dovute spiegazioni, però, è importante che tu sappia che l’utilizzo di prodotti cartari nel campo dell’imballaggio è sempre più diffuso grazie alle prestazioni elevate e alla possibilità di riciclo, fattore non trascurabile.
Se sei nel settore del packaging, non puoi non conoscere la qualità delle carte riciclate che utilizzi, né la loro classificazione ed impiego. Ecco, quindi, che vogliamo cominciare dalle basi fornendoti qualche informazione utile sulle caratteristiche del cartone ondulato e sui suoi molteplici usi.
Caratteristiche del cartone ondulato | Applicazione e riciclo
Com’è fatto il cartone ondulato e quali tipologie esistono
Abbiamo capito che il cartone ondulato trova principale impiego nel settore degli imballaggi, ma com’è fatto di preciso? Nella forma più comune, si tratta di due superfici di carta piana, dette copertine, che racchiudono una carta ondulata quasi a formare una sorta di sandwich. Il tutto è tenuto insieme con collanti naturali derivanti da amidi di mais e fecola e questo rende tale elemento biodegradabile e amico dell’ambiente. È proprio la composizione ben bilanciata di copertine e cartone ondulato che rende questo tipo di packaging rigido e resistente, ideale per confezionare e trasportare merci talvolta pesanti.
Il cartone ondulato, comunque, può presentare anche più strati fra una copertina e l’altra e, quindi, presentarsi più spesso e resistente. In questo caso, il foglio che si interpone tra un cartone ondulato e l’altro è detto Foglio Teso Centrale e, in base alla sua composizione, si può chiamare a onda singola, doppia e così via. Anche le dimensioni possono variare: sia le copertine che le onde possono avere grammatura diversa e spessori differenti, fino ad ottenere un cartone ondulato che a volte può arrivare anche ai 15 mm di spessore.
Queste caratteristiche differenziano il prodotto e possono portare a numerose tipologie di cartone ondulato e, quindi, di packaging in circolazione.
Applicazione e riciclo del cartone da imballaggio
Come anticipato, una volta finito il cartone ondulato è pronto per fare da imballaggio a prodotti e oggetti, talvolta pesanti o delicati, in esso contenuti. Questo materiale, all’apparenza così fragile perché fatto di fibre naturali come la carta, in realtà è l’elemento costituente di contenitori robusti e versatili utilizzati non solo in commercio, ma anche per operazioni di trasloco e simili. Il modello di cartone più comune per la sua versatilità ed economicità è quello di scatola americana.
Ma cosa accade ad un cartone da imballaggio dopo aver adempiuto al suo dovere? Grazie alle sue caratteristiche 100% naturali, questo elemento è totalmente biodegradabile ma può anche essere riciclato e trovare nuova vita. Utilizzando questo materiale, quindi, non solo si ha un notevole risparmio economico, ma si rispetta anche l’ambiente. La nuova normativa legata al settore degli imballaggi, infatti, impone che anche i collanti utilizzati per assemblare gli scatoloni siano naturali (ed infatti derivano da sostanze naturali come amidi di mais e fecola).
I numeri del riciclo in Italia sono impressionanti e tutti molto positivi: l’80% della fibra impiegata per i cartoni da imballaggio è totalmente riciclata, mentre solo il restante 20% è fibra vergine. Il ricorso a quest’ultima è dovuto a due fattori principali: la cellulosa perde le prestazioni originarie quando riutilizzata e, quindi, il ricorso alla fibra vergine si rende necessario per mantenere elevati gli standard di qualità; in secondo luogo, i cartoni per uso alimentare devono essere confezionati con carte di pura cellulosa perché a diretto contatto col cibo (come previsto dal Decreto Ministeriale del 21 Marzo 1973).