Imballaggi esterni delle merci: quali caratteristiche devono avere?
Quando pensiamo al packaging di un prodotto ci viene sempre in mente l’imballaggio primario che lo contiene. In realtà, come abbiamo già raccontato nell’articolo precedente, “Quali sono le diverse tipologie di imballaggio e cosa prevede la normativa”, esistono diverse tipologie di imballaggio che svolgono un ruolo fondamentale nella vita di un prodotto.
Oggi dedicheremo un focus sull’imballaggio terziario. La prima cosa che dobbiamo dire a riguardo è che l’imballaggio terziario è quello che generalmente non entra mai in contatto con il consumatore finale.
Spesso quest’ultimo non ne ha proprio percezione, perché rispetto al packaging di tipo primario e secondario, il terziario risponde a tutt’altre esigenze.
Che cosa è l’imballaggio terziario?
Un imballaggio di tipo terziario può essere definito come un tipo di packaging altamente funzionale. In tal senso, vengono meno quelle che sono le esigenze di estetica, privilegiando le finalità pratiche.
Ciò non significa, tuttavia, che l’imballaggio terziario non possa riportare logo o stampe con il nome del brand, ma dobbiamo considerare che nella progettazione di questo tipo di prodotto i parametri da considerare sono particolarmente legati alle finalità pratiche che essi devono svolgere.
A cosa serve l’imballaggio terziario?
L’imballaggio terziario è fondamentale per trasportare i prodotti dalla fabbrica alle unità di distribuzione. Possiamo avere imballaggi terziari di volume abbastanza grande fino a confezioni più piccole.
Generalmente, per realizzare l’imballaggio terziario è utilizzata la scatola americana, perché per la sua forma peculiare può essere impilata e quindi aiuta a contenere gli ingombri in fase di distribuzione e di stoccaggio.
L’imballaggio terziario ha anche il compito di mantenere integro il packaging del prodotto e il prodotto stesso. Lo scopo è quello di evitare qualsiasi problematica di tipo fisico e meccanica, tra cui anche gli urti, che possono deformare la confezione principale, o le contaminazioni, queste ultime pericolose perché possono rendere invendibile qualsiasi prodotto.
Come si presenta un imballaggio di tipo terziario? Quali sono le sue caratteristiche?
Quando parliamo di imballaggio terziario dobbiamo pensare a scatole di grandi dimensioni o interi bancali, che a loro volta vengono preparati per il caricamento sui mezzi di trasporto e avviati verso i centri di distribuzione e di vendita all’ingrosso e al dettaglio.
In tutti questi passaggi il packaging terziario deve garantire resistenza, una facile movimentazione e protezione del contenuto. Inoltre, per abbattere gli sprechi dovuti alla realizzazione delle scatole in cartone ondulato, l’imballaggio terziario può essere pensato come espositore.
In alcuni casi, la parte inferiore della scatola potrà essere concepita come un vassoio e, imprimendo appositi tagli e pieghe nel cartone, una volta che la scatola è arrivata a destinazione basterà sollevare la parte superiore per disporre il prodotto in blocco sullo scaffale. Tale tipologia di scatola ottimizza notevolmente anche i tempi di lavoro.
Costi dell’imballaggio terziario: quali sono?
L’imballaggio terziario ha costi proporzionali in base alle performance richieste. In tal senso, confezioni altamente tecnologiche e protettive, con particolari caratteristiche termiche e isolanti, possono avere un costo più elevato.
Visti i costi si consiglia, quando parliamo di confezionamento terziario, di investire in maniera mirata organizzando l’intera filiera secondo un asset strategico. Nel caso occorra servirsi, per la distribuzione dei propri prodotti, di un imballaggio di tipo terziario, consigliamo di puntare su scatole di grandi dimensioni ma in numero ridotto. Ciò consente di ottenere alcuni vantaggi:
- Risparmiare materiali
- Ottimizzare le lavorazioni costose
- Organizzare i prodotti in lotti da destinare direttamente al negozio o alla catena di distribuzione
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